Per trovare un ciclista abile a sistemare il risciò abbiamo faticato parecchio e la riparazione necessità di ore interminabili di intervento sul mezzo febbricitante. Non ci resta che attendere nervosamente in un centro commerciale, ove alle 15.00 riceviamo la buona novella: Risciò pronto, si può andare a Parigi.
Dentro di noi c’è ancora l’amarezza per i 90Km mancati (vedi post: fu vera gloria), ma ora dobbiamo concentrarci per l’ultima tappa, con il vento che soffia contrario e il tempo che incalza.
La statale è quella giusta, basta seguirla per 30Km e d’incanto si presenta a noi la prima porta di accesso con i suoi magnifici giardini… udite udite… una fontanella!!! (non ho resistito a fare una foto).
Dopo aver rischiato di entrare in Tangenziale aggiustiamo la rotta e facciamo tutto di un fiato il percorso che ci separa dalla Bastiglia, la cui presa potrebbe segnare una ideale "Rivoluzione ciclo-amatoriale".
Ore 18.30 capitolano nell’ordine:
- Campi Elisi
- Arco di Trionfo
- Torre Eiffel
Ora sono a Parigi; ora ho raggiunto la meta tanto sognata; ora non ho lacrime per l’obiettivo; ora sono qui, qui con il mio Risciò; dopo tre anni, sacrifici, una spalla rotta, ora sono arrivato.
Parigi è nostra. Ce l’abbiamo fatta. Domani è un altro giorno.